LO 0,50% SULLA FIDEIUSSIONE DA UNA SOCIETÀ «TERZA»
Il contratto di fideiussione dev'essere registrato a norma dell’articolo 6 del Dpr 131/1986. In base a tale disposizione, l'imposta di registro sulla fideiussione è dovuta soltanto se la polizza fideiussoria è stata stipulata da un soggetto diverso dalle parti contraenti (come nel caso descritto). L'imposta dovuta è pari allo 0,50% dell'importo della fideiussione, calcolata sul canone annuo moltiplicato per le annualità di durata del contratto, tenendo in considerazione la prima parte della durata, e non la proroga. Tale imposta, che si aggiunge a quella di registrazione del contratto, pari al 2% sul canone annuo, è da corrispondere una tantum, ovvero solo alla prima registrazione, ed è valida per tutta la durata del contratto.Tali imposte sono dovute nel momento in cui il proprietario dell'immobile sceglie di assoggettare il reddito da locazione al tradizionale regime Irpef. Infatti,l'articolo 4, comma 1-bis, del Dl 16/2012 stabilisce che, per i contratti di locazione assoggettati al regime fiscale della cedolare secca, non si applicano le imposte di registro e di bollo alla fideiussione prestata da terzi per il conduttore. Pertanto, se il proprietario avesse scelto tale regime, sarebbe stato possibile evitare entrambe le imposte: quella di registrazione annuale e quella sulla fideiussione.
Conto corrente, che succede alla morte dell'intestatario?
di Francesco Machina Grifeo
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