L'esperto rispondeResponsabilità

AMMINISTRATORE, COMPENSI DA INDICARE IN B7

La domanda

Come imputare nel bilancio di una Srl il compenso all'amministratore, per l'attività commerciale svolta all'interno della società, per la quale è iscritto alla gestione commercianti dell'Inps?

Il lettore sembra fare riferimento al caso di un amministratore che, nell’ambito del suo ufficio, svolge attività commerciali per la società per la quale risulterebbe anche iscritto alla gestione commercianti. A tale riguardo si ritiene opportuno distinguere tra il caso in cui tali attività siano comprese nell’ufficio di amministratore da quello in cui tali attività siano vere e proprie prestazioni di servizi rese dall’amministratore non nell’ambito del suo ufficio, ma nell’ambito della propria attività d’impresa.Nel primo caso, qualora l’amministratore venisse remunerato, attraverso il compenso, anche per quelle attività definite commerciali, si ritiene che tali compensi possano confluire nella voce B7 di conto economico, indipendentemente dal fatto che l’amministratore sia o meno iscritto alla gestione commercianti dell’Inps. Si ricorda, infatti, che i compensi agli amministratori da iscrivere nel bilancio di esercizio sono quelli maturati per competenza e previsti dalle delibere assembleari o dalle norme statutarie. Tali compensi, compresi gli eventuali rimborsi spese, confluiscono nella voce B7 di Conto economico tra le prestazioni di servizi. Da un punto di vista contabile la rilevazione dei compensi dipende dalle seguenti variabili:a) tipologia del compenso (se in natura o in denaro);b) determinazione del compenso (in misura fissa o in partecipazione agli utili);c) rimborsi spese.Nel secondo caso, qualora l’amministratore, che svolge in proprio un’attività d’impresa per la quale risulta iscritto alla gestione commercianti dell’Inps (come può essere per un agente di commercio), effettuasse prestazioni anche nei confronti della società per la quale è amministratore, e nel compenso non siano comprese le remunerazioni per tali attività, a parte l’opportunità di valutare la possibile esistenza di un conflitto di interessi (qualora, ad esempio, fosse l’amministratore unico), si ritiene che tali remunerazioni vadano trattate come normali prestazioni di servizi rese nei confronti della società da un soggetto terzo, e che le stesse, quindi, vadano normalmente fatturate alla società. In tal caso non si parlerebbe di compenso dell’amministratore.Secondo quanto stabilito dall’articolo 5 del Dpr 633/1972 e dal Dpr 600/1973, vi saranno un differente trattamento Iva dei compensi a seconda che l’amministratore svolga o meno altre attività professionali (non si parla di attività d’impresa) e un differente trattamento fiscale (ritenute) a seconda che l’amministratore sia o meno residente in Italia.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©