L'esperto rispondeResponsabilità

I PALETTI PER APPLICARE IL SILENZIO-ASSENSO

La domanda

Il 26 marzo 1986 mio padre ha pagato a un Comune la somma di 200.000 lire per abusivismo edilizio (legge 28 febbraio 1985, n. 47), aderendo al condono a sanatoria di una ristrutturazione del posto auto, trasformato in box chiuso da serranda, inviando anche la ricevuta di variazione catastale. Il 22 novembre 1992 il box auto è rientrato nel patrimonio successorio, in seguito al decesso di mio padre, e tale box è intestato a me. Nel settembre 1995 il Comune, in riferimento alla domanda di condono di cui sopra, ha chiesto a mio padre (che nel frattempo era defunto) una nuova documentazione e il pagamento di 97.280 lire, che è stato effettuato il 12 gennaio 1996. Il 15 giugno 2015 il Comune chiede a mio padre il pagamento di 116,66 euro per il rilascio del permesso in sanatoria in riferimento al suddetto condono.Tale procedura è legale? È intervenuta la decadenza di diritti da parte del Comune? Vi sono profili di reato da parte del funzionario pubblico?

Né la legge 28 febbraio 1985, n. 47 (Norme in materia di controllo dell’attività urbanistico-edilizia, sanzioni, recupero e sanatoria delle opere edilizie), né la normativa successiva emanata in materia di sanatoria degli abusi edilizi prevedono un termine perentorio entro cui il Comune sia obbligato a decidere in relazione alla domanda di sanatoria presentata, a parte l’ipotesi del silenzio-assenso ex articolo 35, comma 18, della legge 47/1985 citata. Secondo tale disposizione normativa, infatti, la domanda si intende accolta ove siano decorsi 24 mesi dalla presentazione della stessa. Tuttavia, tale accoglimento “tacito” è possibile ed efficace solo ove siano stati effettuati tutti i pagamenti dovuti, e nel caso in cui sia stata presentata tutta la documentazione necessaria a completare l’istruttoria. Nel caso di specie, invece, sembrerebbe che la documentazione a suo tempo inoltrata non fosse completa e, quindi, non parrebbero sussistere i requisiti per il silenzio-assenso. Sarà quindi necessario corrispondere le somme richieste dal Comune, se dovute, senza che siano ipotizzabili decadenze o responsabilità penali dei funzionari pubblici.

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