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LE DISTANZE SI CALCOLANO DAI PUNTI DI SPORGENZA

La domanda

Dovendo rifare completamente la parte di tetto a due falde di mia proprietà, e sostituire il manto attualmente in pietra con un particolare tipo di lamiera, ho pensato di separare i due tipi di materiali di copertura con un muro da 10 centimetri di larghezza e 50 centimetri di altezza, che seguirebbe la pendenza delle falde. Gradirei sapere se questo intervento, dal punto di vista delle distanza dall'altra proprietà, è realizzabile e se devo osservare qualche altra prescrizione.

Le distanze tra le costruzioni sono definite dal regolamento edilizio o dalle norme tecniche di attuazione (Nta) del piano regolatore generale (Prg) del Comune ove è ubicato l’immobile oggetto di intervento edilizio. Normalmente, e in osservanza dell’articolo 9 del Dm 1444/1968, la distanza minima che i regolamenti edilizi o le Nta stabiliscono tra pareti di edifici antistanti è pari a dieci metri. Conseguentemente, e fatte salve diverse prescrizioni delle Nta o del regolamento edilizio locale, l’edificio, e quindi anche il tetto del medesimo, deve mantenere la distanza di dieci metri dalle costruzioni vicine. Anche per il calcolo della distanza, il regolamento edilizio locale o le Nta del Prg normalmente stabiliscono i criteri di misurazione. Fatte comunque salve le indicazioni della normativa locale, la giurisprudenza prevalente ritiene che la distanza tra i fabbricati «deve essere computata dai punti massimi di sporgenza» (si veda Cassazione 16 novembre 1996, n. 10064, e 27 marzo 2002, n. 4372).

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