L'esperto rispondeResponsabilità

NELLE SOCIETÀ DI PERSONE C'È IL REGIME DELL'UNANIMITÀ

La domanda

Una società in accomandita semplice ha due soci: il socio accomandatario (con il 51% delle quote), amministratore e rappresentante legale iscritto alla Gestione artigiani Inps, e il socio accomandante (con il 49 per cento). Se il socio accomandatario vuole un compenso per l'operato svolto nell'amministrazione della società, serve per forza la delibera sociale firmata da entrambi i soci? Qual è la procedura corretta da seguire, e quali sono gli adempimenti per erogare il compenso di amministratore al socio accomandatario? Il socio accomandante si può opporre all'erogazione di tale compenso?Si fa presente che nell'atto costitutivo nulla è specificato al riguardo: c'è solo scritto che il socio accomandatario può compiere tutti gli atti riguardanti la gestione e l'amministrazione della società, direttamente o avvalendosi di terzi.

Nelle società di persone non vi è l’obbligo di redigere un apposito verbale per le decisioni prese, non essendoci un libro delle deliberazioni dei soci obbligatorio per legge (a differenza di quanto è previsto dal Codice civile per le società di capitali).Si ritiene, comunque, utile verbalizzare il compenso pattuito, per evitare possibili censure dell’amministrazione finanziaria in merito alla deducibilità del relativo costo. L’eventuale opposizione del socio accomandante non consente la relativa verbalizzazione, poiché nelle società personali vige il regime dell’unanimità.

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