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CASE IN ROVINA: NON SEMPRE IMU E TASI SONO AZZERATE

La domanda

Sono proprietario di un fabbricato abbandonato da anni, privo di impianti e in evidente stato di degrado, nonostante le parti in muratura e il tetto siano in discrete condizioni. Mi hanno detto che, qualora lo facessi dichiarare come immobile "collabente", in futuro un eventuale compratore che intenda ristrutturarlo sarebbe tenuto a pagare una forte quota di oneri di urbanizzazione. È vero?Avrei altri svantaggi che compenserebbero un minore costo di Imu?

L'obiettivo di ridurre al minimo l'impatto di Imu e Tasi porta ad accatastare gli edifici diroccati come unità "collabenti" (categoria F/2): una categoria senza rendita catastale, che in qualche caso permette di azzerare il conto delle imposte locali su alcuni immobili inutilizzati. Non sempre, però, ottenere questa nuova categoria catastale tramite riaccatastamento consente di azzerare del tutto le l'Imu e la Tasi: alcuni Comuni – anche quando l'edificio è ridotto a un rudere - chiedono comunque di pagare l'imposta sull'area edificabile (o a rendita zero), seppure con un'aliquota ridotta rispetto a quella che viene applicata alle seconde case.Il riaccatastamento va sempre “proposto” dal contribuente - tramite un tecnico - e non è detto che venga accettato dall'Agenzia. Servono condizioni oggettive di degrado o modifiche strutturali. È scontato che, nel caso di ristrutturazione, vanno pagati gli oneri di urbanizzazione che risultano tabellati presso l’ufficio tecnico comunale.

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