L'esperto rispondeResponsabilità

UN SOLLECITO AL COMUNE PER DEFINIRE LA PRATICA

La domanda

Nel 1986 ho fatto domanda di condono edilizio a un Comune, versando subito il primo bollettino. Nel 1988 il Comune ha risposto, chiedendo di integrare con alcuni documenti (regolarmente consegnati) e con un secondo bollettino (questo non ancora versato), rientrando la tipologia di abuso in A/1, per una porzione di sottotetto (mansarda) con muri perimetrali di altezza di 2,20 metri, situata in condominio su tre piani più il piano mansarde. Io vorrei chiudere il condono, ma il Comune sembra prendere ancora tempo. Che cosa dovrei fare?

In primo luogo, il Comune potrebbe, prima di procedere con il rilascio della sanatoria, essere in attesa del pagamento degli oneri richiesti e non ancora corrisposti. Se il problema non fosse questo, si potrebbe inoltrare al Comune una domanda di sollecito della definizione della pratica di concessione del condono edilizio, domanda che dovrà essere motivata (ad esempio, con il fatto che l’immobile dev'essere venduto e, per riuscirci, è necessario ottenere il titolo edilizio in sanatoria). Tale istanza di sollecito andrà inoltrata anche a norma dell’articolo 2, commi 1 e seguenti, della legge 241/1990, normativa che prevede il termine di 30 giorni per rispondere al privato da parte della pubblica amministrazione.

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