L'esperto rispondeResponsabilità

PASSAGGIO DA C/3 A C/2 SENZA OK DEL COMUNE

La domanda

Abbiamo preso in affitto (e stiamo pagando) un magazzino, che usiamo come deposito di beni alimentari confezionati per un'attività commerciale di vendita. Fatta la presentazione della Scia (segnalazione ceritifcata di inizio attività) e avuto il benestare per l'avvio dell'attività stessa, dopo 59 giorni il Comune ci ha comunicato il provvedimento di sospensione dell'esercizio di attività di solo deposito, perché «i locali da verifica non hanno la destinazione d'uso conforme per l'attività, risultando catastalmente categoria C/3»; l'ente locale ci chiede, quindi, di conformare alla normativa vigente l'attività e i suoi effetti, variando la categoria da C/3 a C/2.Tale richiesta è corretta? Quale iter dobbiamo seguire per adempiere in modo conforme? Come dobbiamo comportarci con il proprietario del magazzino? Quali pratiche sono di sua competenza e quali toccano a noi? Che dire, infine, al proprietario, che esprime timori legati a una possibile "svalutazione" da C/3 a C/2?

Il Catasto definisce le categorie legandole all’uso degli immobili. In particolare, nel caso specifico, abbiamo “C/2 Magazzini e locali di deposito” e “C/3 Laboratori per arti e mestieri”. Quindi, utilizzando l’immobile come locale deposito, è chiaro che la corrispondente categoria catastale è la C/2.Questo cambio di categoria può essere fatto al Catasto senza chiedere alcuna autorizzazione comunale, in quanto il cambio d’uso non è urbanisticamente rilevante. Una volta ottenuta la nuova categoria catastale, occorre presentare una nuova Scia (o una Scia in sanatoria, se l’attività non è mai stata sospesa).Per quanto concerne il rapporto con il proprietario, occorre verificare che cosa è riportato nel contratto di locazione: se l’immobile è stato affittato come deposito, allora il cambio catastale è a carico del proprietario; diversamente è a carico del conduttore.Circa la perplessità di svalutazione con il cambio di categoria catastale, occorre osservare che il Catasto ha solo valenza fiscale, mentre la destinazione d’uso dell’immobile è determinata dalle norme di piano regolatore generale.

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