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IL GIUDICE FISSA UN TERMINE PER L'EREDE RETICENTE

La domanda

Un box del nostro condominio ha accumulato notevoli spese, non pagate dagli eredi. Il box è stato pignorato, ma risulta nei registri immobiliari ancora intestato al de cuius. Il legale incaricato ci informa dei notevoli (non specificati) costi per aprire un incidente di cognizione ai fini di notificare agli eredi la fissazione di un termine per l'accettazione dell'eredità e così garantire continuità nelle trascrizioni; condizione posta dal giudice per avviare la vendita del bene.Il legale, per evitare ulteriori costi, chiede di valutare una richiesta al giudice dell'esecuzione di sospendere (fino a 24 mesi) la procedura esecutiva, così da verificare se nel frattempo intervenga l'accettazione dell'eredità. Che fare, visto che già ora le spese legali sono più del doppio del debito accumulato dagli eredi e che l'unico erede conosciuto appare e scompare?

In mancanza di accettazione tacita dell’eredità, si rende effettivamente necessario esperire la procedura di cui all’articolo 481 del Codice civile3, che è procedura camerale comportante un minor costo per spese legali. Si tenga però presente che, in mancanza di accettazione nel termine prefissato dal giudice, “il chiamato perde il diritto di accettare”, con la conseguenza che diventerà allora operativo l’articolo 528 del Codice civile, per il quale, quando il chiamato non ha accettato l'eredità e non è nel possesso di beni ereditari, il tribunale, su istanza delle persone interessate o anche d'ufficio, nomina un curatore dell'eredità.Occorre in definitiva soppesare con attenzione il pro e il contro, ad evitare spese sproporzionate.

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