L'esperto rispondeResponsabilità

AFFITTI «BREVISSIMI» DA REGOLAMENTARE

La domanda

L'operatività di Airbnb, portale online che si occupa di affitti di alloggi o camere per brevi periodi, dilaga ormai nei condomìni delle zone vacanze, e molti comproprietari si trasformano in affittacamere, modificando di fatto la destinazione d'uso abitativa in attività imprenditoriale. E con l'abitazione sono coinvolte anche le parti comuni, come piscina, giardini, lavanderia, tavernetta, senza fare caso ai disagi degli altri condòmini.È ammissibile che ciò avvenga senza il consenso formale della maggioranza dei condòmini? A monte, questa nuova destinazione d'uso non deve rispondere a una specifica regolamentazione?

L'osservazione del lettore è particolarmente interessante nel punto che riguarda non la possibilità o meno di svolgere questa attività di affittacamere, bensì l'incidenza che essa ha sui beni comuni del condominio. Ebbene, se il regolamento condominiale nulla prevede al riguardo, e qualora si verifichi un uso più intenso di alcuni beni comuni, come la piscina, sarebbe opportuno che i condòmini deliberassero in merito, magari prevedendo un costo del bene condominiale suddiviso per il numero di abitanti dell'appartamento, così come avviene spesso per il consumo dell'acqua; oppure si possono fissare restrizioni in relazione all'uso di queste parti comuni, magari stabilendo che i soli proprietari possono accedervi. L'assemblea di condominio, anche in questo caso, è l'organo sovrano che decide con le maggioranze previste per legge.

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