UNA SOGLIA PER NON TOGLIERE BENI ALL'ATTIVO
L'articolo 22, comma 3, del Dlgs 346/1990, al fine di impedire la sottrazione di beni dell'attivo ereditario, prevede che «nella determinazione del saldo dei conti correnti bancari non si tiene conto degli addebitamenti dipendenti da assegni non presentati al pagamento almeno quattro giorni prima dell'apertura della successione». I movimenti effettuati nel periodo indicato dal lettore non vengono, pertanto, considerati e il danaro dev'essere inserito nella dichiarazione di successione.In ordine alle imposte da versare, l'ordinamento prevede, per i trasferimenti a favore dei figli del defunto, una franchigia di un milione di euro; l'imposta di registro sarà, pertanto, dovuta nella misura del 4 per cento soltanto al superamento di questa soglia.
Conto corrente, che succede alla morte dell'intestatario?
di Francesco Machina Grifeo
Conto corrente, che succede alla morte dell'intestatario?
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