Amministrativo

Il Consiglio di Stato stoppa il Dpcm per l'anticipo del Tfr/Tfs agli statali

di Matteo Prioschi

Stop al Dpcm che dovrebbe regolare il finanziamento per l’erogazione di un anticipo del Tfs/Tfr ai dipendenti pubblici. Il Consiglio di Stato, con il parere interlocutorio 151/2020 del 20 gennaio, ha sospeso il giudizio e chiesto un’integrazione della documentazione ricevuta.

Poiché il Tfr/Tfs ai dipendenti statali viene erogato di norma 12-24 mesi dopo la maturazione del requisito previdenziale, e che tale periodo si estende fino a sette anni in caso di accesso a pensione in quota 100, il decreto legge 4/2019 ha previsto la possibilità di erogare un anticipo del Tfr/Tfs fino a un massimo di 45mila euro tramite un finanziamento bancario. Modalità e condizioni di questa operazione devono essere definite con Dpcm. L’elaborazione del decreto, sottoposto all’esame anche di Garante privacy e Autorità garante della concorrenza, ha avuto tempi lunghi. Il Consiglio di Stato ha rilevato una discrasia tra la platea di chi può chiedere il finanziamento nel testo del Dl 4/2019 e dello schema di Dpcm, nonché l’assenza in quest’ultimo delle regole per rivedere l’accordo quadro che regola il finanziamento.

Con altro provvedimento, invece, è stato dato il via libera con osservazioni al decreto interministeriale che sopprime Fondinps e fa subentrare il fondo Cometa per i Tfr dei lavoratori che non lo hanno destinato esplicitamente alla previdenza complementare.

Consiglio di Stato, parere interlocutorio 20 gennaio 2020, n. 151

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