Amministrativo

Tar, sì del Garante privacy ai processi in videoconferenza

di Antonello Cherchi

Il processo amministrativo a distanza aperto anche agli avvocati incassa il via libera del Garante della privacy. L’Autorità ha, però, raccomandato che, una volta terminata l’emergenza sanitaria, la giustizia amministrativa si doti i una propria piattaforma informatica per le udienze online, invece di ricorrere, come si fa oggi, a Teams di Microsoft.

Il parere dell’Authority prende le mosse dall’articolo 4 del decreto legge Giustizia (il Dl 28/2020), che dal 30 maggio al 31 luglio prossimi ha aperto le porte dei processi online -finora consentiti solo ai giudici - anche agli avvocati. E lunedì prossimo sarà sottoscritto tra giudici amministrativi e legali un protocollo d’intesa in vista del debutto della novità.

Il Dl Giustizia ha anche affidato al presidente del Consiglio di Stato il compito di aggiornare le regole tecniche del Pat (processo amministrativo telematico), che al momento non prevedono udienze a distanza allargate ai difensori.

Le regole tecniche rivisitate sono state sottoposte al parere del Garante, perché i profili di tutela dei dati insiti nel nuovo sistema sono significativi. L’impianto messo a punto è risultato in linea con i dettami del Gdpr (il regolamento europeo sulla privacy). In particolare, l’Autorità ha apprezzato il divieto di registrazione delle udienze. Un vincolo che dovrebbe permettere al provider che offre il servizio di videoconferenza di acquisire solo i “metadati” necessari per il collegamento video da remoto - gli identificativi per l’autenticazione coincidenti con gli indirizzi email, gli indirizzi Ip delle postazioni, la data e l’ora della connessione - e nessun altro dato personale.

Altro elemento positivo riscontrato dal Garante è la limitazione delle udienze in video solo a quelle con la con presenza degli avvocati, mentre le camere di consiglio decisorie si svolgono in audioconferenza.

Detto questo, resta il nodo dell’infrastruttura tecnologica. Al momento, infatti, il Pat si appoggia, almeno per le videoconferenze, su Teams. La raccomandazione del Garante è che in futuro, una volta usciti dalla crisi, «si adotti una piattaforma “interna”, gestita dagli (o sotto lo stretto controllo degli) organi di giustizia amministrativa». Infatti, «la disponibilità di software open source di affidabilità ed accuratezza del tutto comparabili ai migliori prodotti industriali offre il non trascurabile vantaggio di prestarsi a “implementazioni” di tipo on premises (quindi su data center e reti della giustizia amministrativa) o comunque su infrastrutture gestite anche collettivamente da o con altre amministrazioni pubbliche, evitando in radice flussi transfrontalieri interni od esterni all’Unione europea».

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