Civile

Mobbing: deve essere provato l'intento persecutorio da chi subisce la condotta vessatoria

a cura della Redazione PlusPlus24 Diritto

Lavoro - Lavoro subordinato - Mobbing - Configurabilità - Intento persecutorio - Prova - Necessità.
L'elemento qualificante del mobbing lavorativo va ricercato non nella legittimità o illegittimità dei singoli atti, bensì nell'intento persecutorio che li unifica, che deve essere provato da chi assume di avere subito la condotta vessatoria e che spetta al giudice del merito accertare o escludere, tenendo conto di tutte le circostanze del caso concreto.
•Corte di cassazione, sezione Lavoro, ordinanza 11 dicembre 2019 n. 32381

Mobbing - Prova presuntiva - Deve essere grave precisa e concordante.
In una causa per mobbing o straining, la prova dell'elemento intenzionale e vessatorio del datore di lavoro può essere fornita dal lavoratore anche in base alle caratteristiche oggettive dei comportamenti tenuti, e cioè su presunzioni gravi, precise e concordanti, dai quali è possibile risalire da fatti noti ad altri ignorati (articolo 2727 del Codice civile).
•Corte di cassazione, sezione Lavoro, ordinanza 25 settembre 2019 n. 23918

Lavoro - Lavoro subordinato (nozione, differenze dall'appalto e dal rapporto di lavoro autonomo, distinzioni) - Diritti e obblighi del datore e del prestatore di lavoro - Tutela delle condizioni di lavoro mobbing lavorativo - Configurabilità - Legittimità o illegittimità delle condotte - Irrilevanza - Intento persecutorio unificante - Necessità - Accertamento - Criteri.
Ai fini della configurabilità del mobbing lavorativo, l'elemento qualificante, che deve essere provato da chi assume di avere subito la condotta vessatoria, va ricercato non nell'illegittimità dei singoli atti bensì nell'intento persecutorio che li unifica, sicché la legittimità dei provvedimenti può rilevare indirettamente perché, in difetto di elementi probatori di segno contrario, sintomatica dell'assenza dell'elemento soggettivo che deve sorreggere la condotta, unitariamente considerata; parimenti la conflittualità delle relazioni personali all'interno dell'ufficio, che impone al datore di lavoro di intervenire per ripristinare la serenità necessaria per il corretto espletamento delle prestazioni lavorative, può essere apprezzata dal giudice per escludere che i provvedimenti siano stati adottati al solo fine di mortificare la personalità e la dignità del lavoratore.
•Corte di cassazione, sezione Lavoro, ordinanza 10 novembre 2017 n. 26684

Mobbing – Demansionamento insufficienza - Intento vessatorio - Necessità.
Il mobbing può essere accertato dal giudice del lavoro solo se viene data la prova circa una serie di atti vessatori compiuti ai danni di un lavoratore, collegati tra loro allo scopo di arrecare un danno alla persona. Ai fini della ricorrenza del mobbing, non basta ipotizzare un semplice svuotamento di mansioni, ma bisogna anche dimostrare che il datore di lavoro ha realizzato un insieme di azioni coordinate per emarginare il dipendente.
•Corte di cassazione, sezione Lavoro, sentenza 2 aprile 2013 n. 7985

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