Civile

Parmalat, Hsbc Bank non ammessa al passivo

Francesco Machina Grifeo

La Cassazione ha definitivamente respinto, sentenza 3436/2020, la domanda di Hsbc Bank di insinuazione al passivo di "Parmalat Spa in Amministrazione Straordinaria". L'Istituto di credito inglese fondava la richiesta su due lettere rilasciate dal colosso alimentare, quando ancora era in bonis, contenenti la garanzia per alcune linee di credito concesse dalla Banca a "Parmalat Food Holdings Limited", all'epoca controllata da Parmalat. Prima il giudice delegato, poi il Tribunale di Parma e infine la Corte di appello di Bologna (nel settembre 2013) hanno tuttavia sempre negato l'insinuazione al passivo per via della assenza di «data certa» nella documentazione presentata da Hsbc Bank. L'Istituto di credito si è allora appellato alla diversa disciplina concordata dalle parti ed in particolare al riferimento alle «Laws of Englands».
Per la Suprema corte però: «L'autonomia dei privati non può scegliere la legge nazionale su cui regolare termini e condizioni di opponibilità e ammissibilità dei crediti nel passivo fallimentare di uno dei contraenti». La materia infatti è normata dal Regolamento CE 1346/2000 secondo cui «la legge dello Stato di apertura determina le condizioni di apertura, lo svolgimento e la chiusura della procedura di insolvenza. Essa determina in particolare i crediti da insinuare nel passivo del debitore».

Corte di cassazione - Sentenza 12 febbraio 2020 n. 3436

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©