Civile

Per la bambina caduta nel burrone risponde la madre e non il Comune

Giampaolo Piagnerelli

Per la bambina che cade accidentalmente dalla bicicletta e finisce in un burrone ne risponde la madre e non il Comune. Precisa la Cassazione con l'ordinanza n. 4178/20, che sono i genitori del minore che devono dimostrare il nesso di causalità tra la caduta e le ripercussioni fisiche.

I fatti - Venendo alla vicenda i giudici di merito avevano dato ragione al minore in funzione della caduta nel burrone. Era stato riconosciuto il danno non patrimoniale e quello biologico. Nel caso si trattava di una voragine profonda più di cinque metri, non visibile in quanto coperto da fogliame e rovi, posto quasi al margine della strada, non protetta da parapetto e che la minore in presenza della madre stava percorrendo in bicicletta, in discesa nei pressi della sua abitazione. Il principio espresso dalla Corte è dettato dalla circostanza della prevedibilità di un possibile danno che può essere superata attraverso l'adozione da parte del danneggiato delle cautele normalmente attese e prevedibili in rapporto alle circostanze, tanto più incidente deve considerarsi l'efficienza causale del comportamento imprudente del danneggiato nel dinamismo causale fino a rendere possibile che detto comportamento interrompa il nesso eziologico tra fatto ed evento dannoso. In definitiva l'evento è completamente imputabile alla madre e alla sua mancata vigilanza sul minore visto che conosceva le insidie del terreno e non ha fatto nulla per evitarlo.

Corte di cassazione - Sezione III civile - Sentenza 19 febbraio 2019 n. 4178

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