Civile

Beni sequestrati alla mafia: sì alla riduzione degli affitti

di Giovanbattista Tona

Sì alla sospensione e alla riduzione dei canoni di affitto a carico dei conduttori in difficoltà delle imprese sequestrate alla mafia e ora in amministrazione giudiziaria, anche per evitare che la crisi economica innescata dal Covid-19 favorisca nuove infiltrazioni criminali. Va questa direzione il provvedimento dell’11 maggio del giudice delegato del Tribunale di Roma, sezione misure di prevenzione, Guglielmo Muntoni, che riguarda un complesso portuale e turistico di rilevanti dimensioni, sequestrato a soggetti ritenuti legati ad associazioni mafiose.

La situazione
L’amministratore giudiziario del complesso era riuscito a riattivare una serie di esercizi commerciali, concedendoli in affitto. Altri immobili erano stati locati a privati per uso abitativo o ad associazioni sportive senza scopo di lucro. La riscossione dei canoni e la prosecuzione di tutte le altre attività aziendali aveva garantito, durante la gestione in pendenza di sequestro, di conseguire utili, finché il lockdown non aveva imposto a tutti, sia all’amministratore giudiziario, sia agli imprenditori e agli esercenti suoi affittuari, di fermare quelle attività.

Le valutazioni del tribunale
Il Tribunale di Roma valuta la prospettiva dell’inadempimento da parte di tutti gli affittuari, derivante non da una più o meno oculata gestione dell’azienda o del proprio lavoro, ma da una sospensione delle attività imposta dal legislatore e dal governo nazionale.

Ricorda che la gestione dei beni, e soprattutto di aziende in sequestro, deve assicurare la prosecuzione dell’attività e il mantenimento dei posti di lavoro e non limitarsi a un positivo risultato di cassa a breve termine.

In tema di affitto di aziende e immobili societari, come nel caso in esame, questo comporta che «nella fissazione del canone si deve tenere conto del prezzo di mercato, ma anche del rilancio economico che può derivare al bene dalla locazione, dell’utilizzo del bene anche a fini sociali con un vantaggio per il pubblico, delle eventuali conseguenze economiche negative in caso di mancata locazione del bene».

Il fattore epidemia
La crisi economica abbattutasi su aziende e famiglie a seguito dell’emergenza epidemiologica, e tanto più sulle attività commerciali degli affittuari, poneva l’amministrazione giudiziaria dinanzi all’alternativa tra la risoluzione dei contratti a fronte dei mancati pagamenti dei canoni e la modifica delle condizioni contrattuali.

Il Tribunale di Roma sceglie senza remore la seconda via, perché è convinto che è prioritario «il mantenimento di tali attività e delle modalità di gestione che hanno trasformato la struttura portuale in un importante centro di attività commerciali, culturali, sportive e sociali tra loro strettamente interconnesse».

Molti conduttori non rientravano nelle categorie beneficiate dai provvedimenti governativi; altre misure che garantivano a titolari di negozi e botteghe un credito di imposta del 60% sul canone di locazione versato nel mese di marzo (articolo 65 del decreto legge 18/2020) non giovavano comunque agli esercenti con immediata crisi di liquidità.

In ogni caso le scelte gestionali dovevano tenere conto della sospensione degli sfratti, che poteva avere durata indefinita.

Il giudice ritiene assai poco probabile che, in caso di chiusura delle attività degli attuali conduttori per l’impossibilità di versare il canone, si possano reperire nuove imprese che siano disposte ad affittare i beni (per lo più ristoranti e bar) al medesimo canone, ma che non siano collegate alla criminalità organizzata locale, di cui è stata già accertata la disponibilità di risorse economiche derivanti da usura e riciclaggio.

E così autorizza l’amministratore giudiziario, per le attività commerciali, a sospendere e ridurre il canone di locazione del 25% (o in caso di comprovate difficoltà del 45%) per i mesi di marzo, aprile e maggio, a sospendere comunque i canoni di locazione fino alla loro riapertura e a recuperarli nel 2021 con pagamenti rateali.

Per gli immobili locati a fini abitativi o comunque non commerciali, autorizza la sospensione del canone fino al 60% per i mesi di marzo, aprile e maggio, la sospensione di quelli successivi fino al 31 agosto e il loro recupero rateale nel corso del 2021.

Gli oneri di utenza vengono lasciati a carico dei locatari.

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