Affitti brevi: legittimo l’ok preventivo

Richiedere un’autorizzazione per affitti turistici di breve durata non contrasta con la normativa europea.

Lo precisa la sentenza nelle cause riunite 724/18 e 727/18 emessa il 22 settembre .

Il caso sottoposto al Tribunale di Lussemburgo viene dalla Francia e riguarda la multa inflitta a una società proprietaria di immobili locati a Parigi, in centro, senza l’ok municipale previsto del Codice dell’edilizia e dell’abitazione francese. Non su tutto il territorio però: l’autorizzazione riguarda i Comuni francesi ad alta densità abitativa e comunque con oltre 200mila abitanti. Il motivo è la lotta alla scarsità di alloggi destinati alla locazione di lunga durata. Tanto che si ammette anche la compensazione: ovvero che si ottenga l’ok agli affitti turistici di alcuni immobili se è concomitante la trasformazione in abitazione di altri locali aventi uso diverso.

Per la Corte non esiste alcun contrasto tra la previsione normativa francese e la direttiva Ue 2006/123 relativa ai servizi nel mercato interno, nella quale anzi l’ipotesi dell’autorizzazione preventiva è contemplata nell’articolo 4, punto 6.

L’articolo 9, paragrafo 1, della stessa direttiva, precisa poi che a giustificare la richiesta di autorizzazione deve essere un motivo imperativo di interesse generale, come è appunto la lotta alla penuria di alloggi, scrive la Corte, la quale puntualizza che un diverso regime di controlli successivi, per esempio mediante un sistema dichiarativo accompagnato da sanzioni, non consentirebbe di frenare efficacemente il dilagare di affitti brevi e la conseguente emergenza abitativa.

Il sistema dichiarativo è proprio quello operativo in Italia, dove per aprire un B&B occorre solo presentare una Scia (Segnalazione certificata di inizio attività) allo sportello Suap del Comune. La documentazione necessaria non è univoca in tutti i Comuni, così come diverse sono le leggi e i regolamenti delle singole Regioni.