Violenza sessuale baciare la prostituta che non lo vuole
Anche nel sesso a pagamento è necessario il consenso a compiere atti sessuali. Quindi forzare una prostituta al bacio, anche non profondo, costituisce violenza sessuale. Il consenso della donna (ugualmente se fosse stato un uomo) è la sola scriminante che rende lecita l'"attenzione erotica". E dal consenso - dovrebbe essere ormai chiaro - si è sempre liberi di recedere. Il patto mercenario non esula da questo perimetro del consenso, come dice la Cassazione con la sentenza n. 2201 di ieri, che ha confermato la condanna per violenza sessuale consumata e non solo tentata, del cliente che aveva baciato una prostituta e si era difeso affermando di essere arrivato solo a baciarla sulle labbra senza raggiungere un bacio profondo. La Cassazione offre un'interpretazione che fa un vero e proprio excursus sul bacio legittimo e non.
Liceità o non - I giudici di legittimità, infatti, chiariscono che persino un bacio non voluto sulla guancia rappresenta violenza sessuale se non si ha il consenso di chi lo riceve. E nel ritenere, come voleva fa rilevare la difesa nel caso concreto, che vi fosse stato solo un bacio "a stampo" sulle labbra, ciò non basterebbe a far degradare la violenza nel semplice tentativo di commetterla. Perché non è solo il bacio profondo a essere atto erotico, ma lo è tutto ciò che attinge il corpo dell'altro in una modalità percepita come sessuale nel contesto socio-culturale in cui ci si trova. Non costituisce di per sé una prova di innocenza dal reato di violenza sessuale il semplice bacio sulle labbra, a meno che non sia rilevante nella situazione una cultura che non lo considera atto erotico, come è in Russia dove costituisce - dice la Cassazione - normale modalità di saluto tra le persone. E nessun distinguo da questo orientamento è ammissibile solo perché la parte offesa offre prestazioni sessuali a pagamento.
Corte di cassazione – Sezione III penale – Sentenza 21 gennaio 2020 n. 2201
