Penale

Coronavirus, i processi penali urgenti sbarcano su Skype

Da martedì scorso i processi penali urgenti a Milano si celebrano in videoconferenza, grazie a un protocollo siglato il 14 marzo dall’Ordine degli Avvocati di Milano, la Camera penale, la Procura e il Tribunale

di Marisa Marraffino

Avvocati in toga davanti a uno schermo e scambio di atti via chat nella “stanza virtuale” di udienza. È l’effetto del coronavirus sui processi penali urgenti che da martedì scorso a Milano si celebrano in videoconferenza.

Il «test» a Milano
Il protocollo, siglato lo scorso 14 marzo, dall’Ordine degli Avvocati di Milano, la Camera penale, la Procura e il Tribunale ha rivoluzionato anche la giustizia penale, ancora in affanno sul fronte della digitalizzazione.

Succede per le direttissime e le convalide degli arresti che si sono spostate su Skype for business o sulla piattaforma Microsoft Teams per limitare al minimo gli accessi alle aule di udienza.

Tutti si spostano sul digitale: forze dell’ordine, avvocati, eventuali interpreti. Anche i colloqui col proprio assistito in vista dell'udienza possono avvenire in videoconferenza. Chi non ha una connessione può recarsi in tribunale, ma resta l'opzione meno auspicata.

Come si svolge il processo in videoconferenza
La polizia giudiziaria che ha proceduto all’arresto trasmette via mail al pubblico ministero di turno tutti gli atti che poi vengono inviati a mezzo pec o mail anche al difensore. Tutto viene poi caricato in formato Pdf su un portale dedicato, riservato agli atti urgenti. La cancelleria del pubblico ministero forma un fascicolo digitale, comprensivo del verbale di arresto e degli atti scansionati. Il giudice si collega con le parti e concede un termine di un’ora – prorogabile - all’avvocato per leggersi tutto. Dopodiché può iniziare la convalida o la direttissima. Accertata la regolare costituzione delle parti, il giudice, con decreto motivato, dà atto che si procede con la partecipazione a distanza «per ragioni di sicurezza», da individuarsi nell'attuale emergenza sanitaria determinata dal Covid-19.

Le postazione sono allestite anche in carcere o, se l'indagato è agli arresti domiciliari, al Comando più vicino dove viene predisposta un'apposita postazione per celebrare l'udienza di convalida da remoto.
Per rendere più stabile la connessione il giudice può autorizzare le parti a disattivare il video o il microfono. Si evitano rumori di sottofondo e l'audio sarà migliore. Il collegamento da casa o dall’ufficio non esonera però l'avvocato dall’indossare la toga.

Cosa potrà cambiare in futuro?
Una svolta, dettata dalla necessità, ma che potrebbe segnare il punto di partenza per una riprogettazione interna della celebrazione dei processi penali anche per il futuro.
La digitalizzazione della giustizia penale, ancora in fase embrionale, potrebbe avere finalmente un’accelerata, consentendo ad esempio anche l’escussione di alcuni testi a distanza, con notevole risparmio di risorse.
L’emergenza potrebbe essere l’occasione per rivedere la procedura dei depositi degli atti in formato digitale, come avviene già per il processo civile telematico. Non c’è più tempo di aspettare, neppure per la giustizia.

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