Penale

Motivazione "rafforzata" in caso di riforma in peius della sentenza assolutoria di primo grado

a cura della Redazione di PlusPlus24 Diritto


Impugnazioni - Appello - Riforma sentenza di assoluzione - Rinnovazione dell'istruzione - Necessità - Motivazione rafforzata.
La riforma in appello del giudizio assolutorio di primo grado impone al giudice del gravame l'elaborazione di una motivazione "rafforzata" nel senso che la diversa valutazione delle prove ritenute decisive impone la rinnovazione dell'istruttoria dibattimentale al fine di assicurare che il giudizio di colpevolezza sia conforme al parametro dell'"al di là di ogni ragionevole dubbio" e agli indirizzi espressi dalla Corte Edu in tema di interpretazione dell'art. 6 della Convenzione europea dei diritti dell'Uomo.
•Corte di cassazione, sezione III penale, sentenza 11 maggio 2020 n. 14229

Sentenza - Requisiti - Motivazione - In genere - Assoluzione in primo grado - Riforma in grado di appello - Impugnazione della parte civile per le sole statuizioni civili - Obbligo di motivazione con forza persuasiva idonea a fugare ogni ragionevole dubbio - Necessità - Sussistenza.
In tema di motivazione della sentenza d'appello, per la riforma di una pronuncia assolutoria non basta, in mancanza di elementi sopravvenuti, una mera diversa valutazione del materiale probatorio già acquisito in primo grado, caratterizzata da pari o addirittura minore plausibilità rispetto a quella del primo giudice, ma occorre, invece, una forza persuasiva superiore, tale da far venir meno ogni ragionevole dubbio, anche in caso di impugnazione proposta dalla parte civile per le sole statuizioni civili.
•Corte di cassazione, sezione V penale, sentenza 1 dicembre 2017 n. 54300

Impugnazioni - Appello - Dibattimento - Rinnovazione dell'istruzione - "Reformatio in peius" di una sentenza di assoluzione - Principi della Corte EDU - Presupposti di operatività - Chiamanti in reità o correità - Individuazione.
Il giudice di appello che intenda riformare in "peius" la pronuncia assolutoria di primo grado ha l'obbligo - in conformità all'art. 6 CEDU, come interpretato dalla Corte EDU nel caso Dan c/Moldavia - di disporre la rinnovazione dell'esame dei chiamanti in reità o in correità quando la diversa valutazione delle dichiarazioni attenga alla credibilità del propalante e/o al profilo dell'attendibilità intrinseca e non anche nel caso in cui a essere rivalutata sia l'attendibilità estrinseca, cioè la ravvisabilità nel compendio probatorio di riscontri individualizzanti ovvero la loro idoneità a fungere da elemento esterno di conferma.
•Corte di cassazione, sezione VI penale, sentenza 2 dicembre 2015 n. 47722

Impugnazioni - Appello - Dibattimento - Rinnovazione dell'istruzione - "Reformatio in peius" di una sentenza di assoluzione - Principi della Corte EDU - Presupposti di operatività - Individuazione.
Il giudice di appello che intenda riformare in "peius" la pronuncia assolutoria di primo grado ha l'obbligo - in conformità all'art. 6 CEDU, come interpretato dalla Corte EDU nel caso Dan c/Moldavia - di disporre la rinnovazione dell'istruttoria dibattimentale per assumere direttamente la deposizione del teste ritenuto inattendibile in primo grado, le cui dichiarazioni siano decisive per l'affermazione della responsabilità dell'imputato.
•Corte di cassazione, sezione V penale, sentenza 17 giugno 2015 n. 25475

Impugnazioni - Appello - Dibattimento - Rinnovazione dell'istruzione - In genere - "Reformatio in peius" di sentenza assolutoria - Rinnovazione dell'istruttoria dibattimentale - Condizioni.
Il giudice di appello che intenda riformare "in peius" la pronuncia assolutoria di primo grado ha l'obbligo - in conformità all'art. 6 CEDU, come interpretato dalla Corte europea dei diritti dell'uomo (sent. Dan c/ Moldavia) - di disporre la rinnovazione dell'istruttoria dibattimentale per escutere le prove orali di cui valuti diversamente l'attendibilità rispetto a quanto ritenuto in primo grado, sempre che si tratti di prova avente carattere di decisività.
•Corte di cassazione, sezione V penale, sentenza 13 febbraio 2015 n. 6403

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