Professione e Mercato

Per i legali nelle aziende l’arma delle operations

di Valeria Uva

Nelle direzioni affari legali sbarcano le legal operations: più di una grande azienda su due ha introdotto risorse e meccanismi di efficientamento e semplificazione dei processi, a supporto del general counsel. In modo da permettere al team legale di concentrarsi solo sugli aspetti di consulenza pura. A indicare la nuova tendenza per l’in house legal service è l’indagine condotta dalla redazione e dal centro ricerche di Inhousecommunity.it e Mag: il 56% delle 40 realtà intervistate (banche e imprese medio grandi, italiane e straniere) ha già inserito risorse dedicate al funzionamento della macchina legale.

Si tratta di una tendenza che arriva dall’estero, ma che sta prendendo piede in Italia. Gli obiettivi sono molteplici: al primo posto c’è senz’altro il contenimento dei costi che si ottiene anche “snellendo” i passaggi amministrativi e mettendo sotto osservazione tutti i processi, ma possono esserci anche ragioni organizzative. Del resto la stessa indagine evidenza che la priorità numero uno nelle aziende è quella di «aumentare l’efficienza interna della fornitura dei servizi legali e dell’esercizio della professione» (ma al secondo posto c’è quella di «tenere sotto controllo il costo dei legali esterni».)

«Dal decreto 231 del 2001 fino al Gdpr e ora anche ai reati tributari è aumentato in modo esponenziale il peso della compliance all’interno delle aziende - commenta Giuseppe Catalano, responsabile Corporate Affairs di Generali e presidente dei giuristi di impresa (Aigi) - con il rischio di sanzioni molto elevato, questo ha permesso ai legali di entrare in tutti i processi aziendali, di essere sempre più considerati come manager e non solo come tecnici del diritto».

I budget a disposizione
Se da un lato crescono i compiti attribuiti a queste direzioni, dall’altra però gli organici dedicati tendono a restare gli stessi, se non a diminuire. Secondo l’indagine negli ultimi 12 mesi solo in un caso su tre le risorse a disposizione dei dipartimenti legali sono aumentate; nel 59% dei casi, al contrario, non si è registrata variazione. Con la conseguenza che ben 9 su 10 tra i general counsel intervistati dichiarano un aumento dei carichi di lavoro già avvenuto e in arrivo anche nel 2020 (per l’82 per cento).

Gli studi esterni
Da notare che solo nel 16% dei casi si è scelto di supplire al sovvraccarico facendo ricorso agli studi legali esterni.Al contrario, sulle consulenze esterne è ancora in corso - e nulla fa prevedere un’inversione di tendenza - una complessa manovra “a tenaglia” volta a contenere i costi. Ai fornitori le aziende chiedono soprattutto di prevedere importi differenziati in base alla tipologia di materia, oppure di indicare dei budget per i mandati.

Le tecnologie
Tre direzioni su quattro dichiarano di far uso abitualmente di legal tech. Ma la rosa degli strumenti utilizzati sembra ancora abbastanza classica: al primo posto c’è la gestione dei documenti (72%), seguita dalle ricerche legali e giuridiche (59%). Più indietro la gestione di controversie legali e l’e-billing.

«Nei nostri uffici c’è sempre più digitale - conclude Catalano - come Aigi stiamo valutando anche possibili applicazioni dell’intelligenza artificiale nel nostro lavoro».

Budget sotto pressione

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