Professione e Mercato

Una società ad hoc per superare ogni problema

di Alessandro Sacrestano

La nota del Mise 23331 di fine gennaio ha chiarito che le reti costituite da soli professionisti non possono iscriversi al registro delle imprese, non essendo i singoli partecipanti alla rete iscritti a loro volta. L’iscrizione sarà, invece, possibile nel caso di Stp, perché queste ultime sono iscritte in una sezione speciale del registro. I contratti di rete misti, d’altro canto, in quanto dotati di soggettività giuridica, potranno procedere all’iscrizione.

La mancata iscrizione del contratto di rete nel registro delle imprese non significa che non sia valido. Ne va, però, della sua efficacia, in quanto inopponibile ai terzi in relazione agli atti aventi contenuto patrimoniale effettuati nella vigenza del contratto di rete e in applicazione del programma in esso contenuto.

In sostanza, l’impossibilità di procedere alla “pubblicità” del contratto non impedisce a una rete di professionisti di svolgere una serie di attività che, di fatto, potrebbero anche essere affidate a una società di servizi o a singoli professionisti. Tuttavia, la partecipazione a bandi di gara pubblici e a procedure per l’assegnazione di lavori e incarichi, ipotesi dove risulta discriminante la distinzione tra il patrimonio personale e gli obblighi derivanti dall’esercizio dell’attività in rete, diventa sicuramente meno agevole.

Il notariato ha proposto di affidare a una società la raccolta, tra i professionisti partecipanti alla rete, del patrimonio da destinare alla stessa, custodendolo in proprio e non avendo alcun compito di gestione dello stesso. La società potrebbe essere costituita tra i professionisti partecipanti alla rete e iscritta al registro delle imprese.

Resta da vedere se tale proposta potrà colmare il vuoto normativo.

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