Professione e Mercato

Sicurezza dei prodotti: gli avvocati nella rete delle regole

di Flavia Landolfi

Giocattoli, automobili, ma anche computer, cosmetici e ultimi ma solo in ordine di tempo i seggiolini auto anti-abbandono dei bambini. Sono solo alcuni dei prodotti sottoposti alle rigide regole europee sulla sicurezza e la tutela del consumatore. Non si tratta di norme invisibili, tutt’altro. I frequenti ritiri dal mercato che si susseguono da parte dei produttori prendono forma in questo contesto di maggior tutela dei consumatori. Un vero e proprio “filone” legale che investe alcuni tra i maggiori studi italiani anche di matrice internazionale.

L’ambito è vastissimo e si chiama liability and safety product e vede schierati avvocati superspecializzati, anche e soprattutto nel contenzioso, primo fronte caldissimo che contrappone i produttori ai consumatori. Ma in realtà la filiera è molto più ampia: oltre alle aziende produttrici, ci sono gli importatori, i distributori e i rivenditori di qualsiasi dimensione.

Le norme
A “tirare” è la continua evoluzione normativa che attraversa tutti i settori e che spesso è polverizzata in un puzzle di regole diverso da Stato a Stato. Ne sa qualcosa Gabriele Pignatti Morano, partner di Eversheds Sutherland, che segue queste materie da 20 anni. «In Europa, nonostante la normativa sia emanata su impulso delle istituzioni comunitarie, esistono ancora grandi differenze di trattamento tra Paese e Paese – spiega -. Se poi consideriamo i Paesi extra Ue le differenze aumentano ulteriormente». La normativa abbraccia un po’ tutti i beni di consumo ma anche qui si registrano fronti caldi. «Penso all’ automotive – prosegue Pignatti Morano – dove la normativa è particolarmente strutturata anche alla luce del regolamento 2019/2144: lo spostamento della produzione verso l’elettrico sta imponendo verifiche tecniche e legali. C’è poi il settore dei giocattoli, con le tematiche di sicurezza legate all’età degli utenti, ma anche tutto il settore del medicale: qui l’attività è rivolta alla gestione del contenzioso per i richiami dei dispositivi medici».

Le tecnologie
Può vantare un’esperienza ventennale su questo fronte anche il team italiano di Products Law di Hogan Lovells, in raccordo con la casa madre e con le 51 sedi internazionali. «L’avvento delle nuove tecnologie ha determinato la presenza sul mercato di prodotti innovativi con caratteristiche molto diverse dai prodotti tradizionali – spiega Christian Di Mauro, socio del dipartimento di contenzioso e specializzato in Pl -. I prodotti connessi (Internet of things) o che incorporano tecnologie avanzate hanno radicalmente modificato l’idea di prodotto in sé moltiplicando i profili di rischio per i consumatori e per le aziende produttrici». Secondo Di Mauro «le problematiche che possono causare un danno all’utilizzatore non attengono più unicamente a difetti di progettazione o fabbricazione ma possono riguardare la violazione di dati personali, l’erroneo funzionamento di software o l’assenza di connessione alla rete internet». La strada è tracciata: «Il nostro team - rileva Di Mauro - ha coniato un nuovo slogan, “Data is the new product liability”, per evidenziare i rischi legati alla violazione dei dati personali connessa all’uso di un prodotto».

La nuova class action
All’orizzonte c’è anche una nuova sfida, tutta normativa. «Assistiamo a un ampliamento e rafforzamento delle tutele giurisdizionali a favore del consumatore - spiega Sara Biglieri, partner di Dentons, head della practice italiana di Litigation&Dispute Resolution e della practice europea di Litigation -. Un esempio è la nuova class action che entrerà in vigore a ottobre 2020 e che presto verrà affiancata dalla nuova direttiva comunitaria sulla class action in Europa». Su questo fronte secondo l’avvocata c’è tutto un mondo da scoprire: «Dobbiamo comprendere appieno - dice - quale impatto la nuova class action avrà sulla portata e ampiezza dei claims di product liability, vista la possibilità di tutelare diritti individuali omogenei attraverso un procedimento collettivo, senza la necessità per chi aderisce di organizzarsi tramite un’associazione di consumatori». Sull’altro fronte «ci sarà l’impossibilità per l’impresa citata in giudizio di individuare per molti mesi il rischio effettivo della causa, perché non sarà possibile sapere dall’inizio quali e quante saranno effettivamente le controparti».

Per i legali che si occupano del settore si annunciano anni di super lavoro: la sicurezza dei prodotti non conosce crisi.

I cinque fronti caldi

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