Civile

Verifica induttiva: l'antieconomicità senza ulteriori prove non giustifica la rettifica

Giampaolo Piagnerellii

Nell'accertamento induttivo, in presenza di attività antieconomica, le percentuali di ricarico vanno ponderate con attenzione dal Fisco, altrimenti il contribuente ha la meglio.

La vicenda. Nel caso concreto (sentenza n. 7365/20), la Commissione tributaria regionale si è limitata a richiamare la sentenza di primo grado laddove questa ha legittimamente determinato la percentuale di ricarico del costo del venduto nella misura del 130 per cento riconoscendola come "corretta", ma senza indicare in base a quali criteri fosse pervenuta a questo riconoscimento a parte un generico riferimento all'antieconomicità dell'attività d'impresa derivante da indimostrate gravi incongruenze tra ricavi dichiarati e quelli desumibili dalle caratteristiche. Da queste premesse è evidente come un esercizio in perdita del contribuente da solo non possa portare a una rettifica in quanto occorre che il Fisco fornisca tutte le prove del caso, arrivando così ai famosi indizi gravi, precisi e concordanti, indispensabili per dare valore probatorio alle accuse rivolte al cittadino.

Conclusioni. Per concludere i Supremi giudici hanno ricordato che in caso di procedura incerta l'Ufficio avrebbe dovuto prendere in considerazione qualsiasi scrittura contabile per una ricostruzione più veritiera. Visto l'errore del Fisco punto a favore del contribuente con devoluzione della vicenda ad altra sezione della Ctr Lombardia.-

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©