Civile

Sentenze tributarie a rischio hackeraggio

di Ivan Cimmarusti

L’utilizzo della casella di posta elettronica ordinaria per l’invio delle sentenze telematiche «introduce scenari di rischio con riguardo alla sicurezza informatica e alla protezione dei dati personali delle parti processuali».

Con nota inviata al Consiglio di presidenza della giustizia tributaria (Cpgt), il Mef solleva una obiezione sulla «procedura fuori sistema» per il deposito delle sentenze firmate digitalmente, decisa per far fronte all’impossibilità di movimento dei giudici per il periodo di quarantena e lockdown. In particolare, il Dipartimento finanze ritiene che «l’utilizzo della casella di posta elettronica ordinaria introduce scenari di rischio con riguardo alla sicurezza informatica e alla protezione dei dati personali delle parti processuali, ulteriori rispetto a quelli circoscritti nell’utilizzo del provvedimento giurisdizionale digitale (Pgd), dal momento che una violazione della casella di posta potrebbe comportare un impatto rilevante tanto sui diritti e le libertà fondamenti delle parti quanto un danno istituzionale».

Un rischio di hackeraggio delle sentenze, dunque, che potrebbero finire nelle mani di terzi. Il Mef, inoltre, precisa che «l’utilizzo del Pgd, accessibile all’interno dell’area di lavoro riservata ai giudici tributari (scrivania del giudice) e del sistema informativo della giustizia tributaria (Sigit), garantisce un livello di sicurezza maggiore in materia di sicurezza informatica e protezione dei dati, non solo di quelli delle persone fisiche, nonché la disponibilità di servizi aggiuntivi concordati» con lo stesso Consiglio di presidenza.

La questione, però, non è così semplice. Come ha ricordato lo stesso presidente del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria, Antonio Leone, il server di giustizia-tributaria.it, che consente l’accesso ai vari giudici nella propria «scrivania virtuale» è stato più volte vittima nel 2019 di attacchi esterni che, oltre a causare interruzioni, hanno rischiato di far perdere gran parte dei dati. Per questo Leone ha sottolineato, nella relazione di inaugurazione dell’anno giudiziario 2020, che «sul corretto esercizio della funzione giurisdizionale» influisce «molto la qualità dell’infrastruttura tecnologica, iniziando dalla sicurezza dei sistemi».

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