Comunitario e Internazionale

Adozioni internazionali, si tenta il rilancio: dopo dieci anni nuovo bando per la cooperazione

I dati riferiscono di una forte decrescita in Italia e nel mondo. Nel 2019 concluse meno di mille procedure. E pesano i blocchi dovuti al Covid

di Annarita D’Ambrosio

Si riparte, dopo 10 anni e in un anno particolare come questo, caratterizzato dall’eccezionalità di una catastrofica pandemia. Il segnale di speranza è arrivato il 10 giugno dalla Commissione adozioni Internazionali (Cai) con la pubblicazione del bando che prevede il finanziamento di progetti di cooperazione internazionale per un importo complessivo di 4,5 milioni di euro.

La legge infatti richiede che gli enti autorizzati, quelli a cui si rivolgono le famiglie che desiderano adottare, si dedichino in primis a progetti per il sostegno dell’infanzia nei Paesi nei quali operano per le adozioni. È un modo per manifestare concretamente il principio di sussidiarietà che vede nell’adozione l'ultima risorsa per la tutela del bambino. Solo se gli enti operano con questa finalità possono poi favorire le adozioni internazianali, una volta verificato che il minore non si può aiutare nella famiglia e nel Paese di origine.

Finalità del bando

«L’obiettivo principale del bando - spiega la stessa Commissione in una nota sul proprio sito - è la promozione della prevenzione e del contrasto all’abbandono dei minori nei Paesi di origine (17 in Africa, 2 in America Latina e 2 in Asia). Gli interventi proposti dovranno essere finalizzati a facilitare il permanere dei minori nella famiglia naturale e più in generale nel contesto socioculturale di appartenenza: in famiglie affidatarie o adottive».

Le aree tematiche

Tre le aree tematiche prioritarie dei progetti finanziabili: salute, accoglienza ed educazione. Il bando è rivolto agli enti autorizzati alle adozioni internazionali ai sensi dell'articolo 39 ter della Legge 476/1998. Ogni progetto si rivolge, nello specifico, a tre enti: uno chiamato a svolgere ruoli di coordinatore, ente che dovrà essere accreditato nel Paese sui cui insiste il progetto, gli altri due saranno partner.

La ripartizione del finanziamento

La dotazione finanziaria complessiva è ripartita per un minimo di 8 progetti:
- 4 in Africa: Burkina Faso e la Repubblica Democratica del Congo, Senegal e uno Paesi a scelta dell'Africa occidentale per un totale di 2.250.000 euro. Esclusivamente per l’Africa occidentale è possibile presentare un unico progetto trasversale che riguardi due o più Paesi, tenuto conto del particolare stato di disagio economico-sociale e sanitario di questa parte dell'Africa;
- 2 Progetti in America Latina: Colombia e Bolivia, per un totale di € 1.125.000;
- 2 Progetti in Asia: Vietnam e Cambogia, per un totale di € 1.125.000.

Ogni progetto, la cui durata non potrà superare i 18 mesi, dovrà avere un costo totale non superiore ad euro 703.125,00 e non inferiore ad euro 568.000,00.

Il progetto sarà finanziato dalla Cai nella forma della sovvenzione diretta per un importo pari all'80% del costo totale ammissibile del progetto, mentre il 20% rimanente deve essere cofinanziata dall'ente autorizzato coordinatore con risorse proprie e/o dagli enti partner e/o dagli altri soggetti coinvolti nel progetto. A valutarli una commissione composta dal Presidente della Cai e da quattro componenti scelti tra persone con esperienza nel campo della cooperazione allo sviluppo. Previsto anche un Comitato di monitoraggio dei progetti approvati.

Modalità di partecipazione

Le domande dovranno essere inviate a pena di irricevibilità tramite il Portale Sveva, entro le 18,00 del 17 settembre 2020 e dovranno essere redatte utilizzando esclusivamente gli allegati al bando. Eventuali chiarimenti sul bando o sugli allegati potranno essere richiesti unicamente a mezzo posta elettronica al seguente indirizzo: cai.segreteriatecnica@governo.it, indicando nell'oggetto del messaggio la dicitura “Bando - Richiesta informazioni”.

Dati 2019 diffusi dal Cai

Sarebbero in arrivo anche i sostegni agli enti e alle famiglie, spaventate dalla lentezza dei procedimenti destinati a durare in media tre anni e dai costi: li ha garantiti il ministro per la famiglia Bonetti, a fronte di dati diffusi dalla Cai che preoccupano: nel primo semestre del 2020 i dati riferiscono di appena 200 adozioni concluse, contro le 400, già scarse, dello scorso anno, un 2019 che – comunica la commissione - ha visto concludersi 969 procedure di adozione, per la prima volta scese sotto le 1.000.

Un calo del 14% rispetto all'anno precedente che si era concluso con 1130 adozioni e una diminuzione del 3,4 rispetto al 2017. Rispetto al territorio nazionale, solo cinque realtà, nel corso del 2019, hanno superato i 100 ingressi annui: la Campania (153), la Lombardia (151), la Puglia (116), il Veneto (110) e la Toscana (104).

Nonostante un calo generalizzato riscontrabile in quasi tutti i Paesi di provenienza dei minori, alcuni Stati hanno invertito positivamente la tendenza come, per esempio, la Colombia passata dalle 128 adozioni del 2018 alle 161 del 2019 e il Perù che ha concluso 44 adozioni nel 2019 rispetto alle 24 del 2018.

Cai segnala che i decrementi che maggiormente hanno pesato sul numero complessivo di minori arrivati in Italia attraverso l'adozione internazionale si sono verificati in Cina, con 46 adozioni del 2019 rispetto alle 84 del 2018; nella Federazione Russa che è passata dalle 152 adozioni del 2018 alle 126 del 2019; in Bielorussia con 72 adozioni rispetto a 91 nel 2018; ed in Vietnam con 37 adozioni rispetto alle 54 del 2018.

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