Penale

Intercettazioni, Milano anticipa la riforma

di Giovanni Negri

Intercettazioni senza espressioni in danno della reputazione e senza indicazioni del contenuto, se l’intercettato è un parlamentare o un avvocato; se rilevanti poi, di norma ne è esclusa la riproduzione letterale; sui trojan, attenzione all’indicazione dei luoghi nei quali l’operazione di ascolto è effettuata. Sono questi alcuni dei punti chiave della linee guida con le quali la Procura di Milano, in una direttiva firmata dal Procuratore Francesco Greco, anticipa la riforma delle intercettazioni che dovrebbe entrare in vigore a settembre (fatto salvo l’ennesimo rinvio). Una riforma da sempre tormentata e che visti contrapposti anche Pd e 5 Stelle, alla caccia di una difficile sintesi poi trovata a fine anno, ma già oggetto di un nuovo slittamento causa Covid-19.

Centrale il tema dei rapporti con la polizia giudiziaria e la vigilanza che il pubblico ministero deve effettuare nella selezione dei contenuti rilevanti nelle indagini e utilizzabili nel procedimento. E allora, le linee guida dettagliano le ipotesi possibili, partendo dalla necessità di omissione di qualsiasi indicazione sui contenuti nei casi di conversazioni che contengano espressioni lesive della reputazione oppure dati sensibili; in queste situazioni, se possibile, andranno indicati solo i soggetti in comunicazione, la data e orario della conversazione e la qualificazione come irrilevante della comunicazione.

Esito analogo, omissione del contenuto e sommaria identificazione della comunicazione (soggetti, data e orario della conversazione), quando parte della conversazione è un parlamentare o un avvocato difensore. Tutto il materiale non rilevante o inutilizzabile finirà comunque nell’Archivio delle intercettazioni, restando disponibile anche per le difese che però non ne potranno fare copia.

Delle intercettazioni rilevanti, invece, «la polizia giudiziaria riferirà al pubblico ministero con annotazioni riassuntive del loro contenuto, riproducendo il tenore letterale delle stesse solo qualora risulti strettamente necessario per la compiuta rappresentazione dei fatti». A queste informative o annotazioni saranno poi allegati i relativi verbali che riporteranno lo stralcio del solo contenuto rilevante o, su richiesta del Pm, dell’intera conversazione.

Per quanto riguarda la “nuova frontiera” delle intercettazioni, l’utilizzo dei trojan (proverbiale l’indagine condotta sull’utenza dell’ex leader di Unicost e consigliere Csm Luca Palamara), la direttiva Greco sottolinea la crucialità del luogo, ricordando che al captatore informatico di regola si può fare ricorso nelle abitazioni private solo quando esiste un motivo fondato per ritenere che vi si stia svolgendo un’attività criminale, con l’eccezione di alcuni gravi reati, mafia e terrorismo per esempio, e, di recente, dei principali reati contro la pubblica amministrazione se puniti con pena superiore a 5 anni. Sarà così il pubblico ministero a invitare la polizia giudiziaria al monitoraggio costante dei luoghi di svolgimento delle conversazioni, verificata la necessità, se possibile, di indicarli pure nei verbali.

Procura della Repubblica presso il Tribunale ordinario di Milano - Direttiva Intercettazioni (Dl 30/2019) - Circolare 6 luglio 2020

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©