Professione e Mercato

Rafforzare il principio al silenzio-assenso e più semplificazioni

di Federica Micardi

Dal diritto alla salute all’accelerazione del processo di digitalizzazione del paese senza tralasciare sicurezza e affidabilità. Sono il primo e l’ultimo dei dieci punti contenuti nel Manifesto delle professioni per la rinascita dell’Italia. Un documento elaborato da 23 ordini professionali che hanno messo a disposizione le loro competenze e le loro conoscenze.

I professionisti sono presenti sul territorio in maniera capillare, incardinati nel sociale e nel tessuto produttivo e hanno una prospettiva di visione privilegiata che vorrebbero venisse ascoltata con più attenzione rispetto a quanto accaduto fino ad oggi. Il pragmatismo che caratterizza i liberi professionisti li porta a focalizzarsi sugli aspetti positivi legati alla reazione post pandemia che può essere l’occasione per impostare un percorso di crescita che garantisca la modernizzazione del Paese.

Tra i dieci punti stilati dai professionisti uno riguarda gli aiuti che hanno ottenuto a causa della pandemia; viene evidenziata una difformità di trattamento tra professionisti e imprese – nonostante a livello europeo i professionisti siano equiparati alle Pmi oramai da anni – e, ora, tra categorie differenti di professionisti; una differenza che si chiede di eliminare.

Viene evidenziata la necessità di incisivi interventi di semplificazione normativa e procedurale in tutti i comparti con tempi certi di durata dei procedimenti di competenza delle pubbliche amministrazioni. Si propone di aumentare il numero di casi in cui vale il principio del silenzio assenso e di ridurre l’emanazione di leggi privilegiando l’autonormazione. Necessario per le professioni anche ridurre la pressione fiscale e intervenire sull’apparato dello Stato, definendo con chiarezza i ruoli e le competenze dei singoli enti territoriali, evitando duplicazioni e sovrapposizioni.

Si torna a riproporre il ruolo di sussidiarietà che possono interpretare i professionisti, previsto da una legge del 2017 ma rimasto sulla carta perché mancano i decreti che stabiliscono quali sono le funzioni delegabili.

Per il mercato del lavoro il Manifesto propone l’abolizione delle causali nel lavoro a termine, voucher per lavori occasionali e accessori, introduzione di un unico ed universale ammortizzatore sociale, incentivazione del lavoro a distanza e detassazione dei premi di produzione.

Per l’industria si propone di rafforzare il programma Transizione 4.0, prolungandone la durata per almeno cinque anni,e di consentire veramente la costituzione di un’impresa in un giorno, uno slogan di alcuni anni fa che non si è mai concretizzato.

Attraverso il Manifesto le professioni propongono la loro visione per un’Italia più inclusiva, moderna, capace di incentivare l’innovazione e lo sviluppo sostenibile. Da vedere se c’è il terreno adatto per far germogliare queste idee.

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