Professione e Mercato

Abilitazione senza scorciatoie per 20mila praticanti avvocati

di Patrizia Maciocchi

Entro luglio gli scritti dei 20mila praticanti, aspiranti avvocati, saranno corretti. E qualche sottocommissione ha già finito. Ma anche se i tempi fossero più lunghi vanno escluse scorciatoie per l’abilitazione. La richiesta è di fare presto per evitare di dover ripetere gli scritti, sgombrando però il campo dall’equivoco che si possa pensare a una laurea abilitante, o passare direttamente agli orali. Ne è convinta l’Aiga, la cui posizione è anche quella della Consulta nazionale dei praticanti «Speriamo che la data del 30 luglio sia quella buona – dice il presidente dei giovani avvocati Antonio De Angelis –, ma se così non fosse, si potrebbe pensare ad uno scritto abilitante o ad una ultrattività degli scritti per evitare di ripetere la prova». L’Aiga non vuole sanatorie: «A chiedere di passare agli orali, o una laurea abilitante, sono gruppi nati ad hoc – sostiene De Angelis – non rappresentativi dei 20mila praticanti».

Per il Consiglio nazionale forense l’accesso alla professione va rivisto. Ma non sull’onda dell’emergenza: «La correzione degli elaborati ci risulta sia stata ripresa in tutti i distretti – afferma la presidente facente funzioni del Consiglio nazionale forense Maria Masi – è evidente che se i tempi si dovessero allungare sarà probabilmente necessario sollecitare un intervento straordinario, in un’ottica di bilanciamento di interessi, per non pregiudicare diritti e legittime aspettative sia dei praticanti avvocati che hanno sostenuto le prove sia di quelli che dovranno farlo a dicembre». Che poi sia necessario rivedere le regole per l’accesso alla professione, a cominciare dall’esame, regolato da una legge del ’34, per la presidente del Cnf è certo. «È stato istituito un tavolo di lavoro per la riforma. Ma non sono regole che si possono cambiare in corsa». Che un problema non si possa trasformare in un’ opportunità è convinto il presidente dell’ordine di Milano Vinicio Nardo: «Milano dovrebbe finire con gli scritti a luglio, come Roma , e anche se sarà necessario attendere le città collegate – dice Nardo –, penso che sia possibile completare gli orali a inizio dicembre. Capisco la preoccupazione dei praticanti, ma ricordo che in passato situazioni come questa si sono verificate spessissimo». Nardo è scettico anche sullo scritto abilitante: «Spesso la valutazione degli scritti è fatta pensando all’effetto calmierante degli orali, dove pesa la maggiore o minore severità delle sedi».

Intanto nelle Commissioni il lavoro prosegue spedito. In alcuni distretti sono già stati corretti almeno il 70% degli elaborati, mentre tre sottocommissioni hanno terminato. «Per qualcuno il lavoro di correzione è già finito – dice il presidente della Commissione centrale Alberto Marchesi – mentre la stragrande maggioranza concluderà entro luglio o anche prima. E solo una sede lavora da remoto». Contro l’ipotesi di un’ammissione generalizzata agli orali anche il segretario dell’Associazione nazionale forense Luigi Pansini, che pensa piuttosto un’iscrizione con riserva all’esame di abilitazione 2020. Intanto dal tam tam su Facebook parte l’invito alla piazza della Libera e Giovane avvocatura. Una manifestazione a Milano per il 27 giugno, per chiedere un parità di trattamento con gli altri ordini.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©