L'esperto rispondeResponsabilità

SE UNO DEGLI EREDI ERA DEBITORE DEL DE CUIUS

La domanda

Il giudice tutelare emette un decreto, nel quale autorizza l’Ads (amministratore di sostegno, di nomina esterna alla famiglia) a chiedere a un figlio della persona sotto tutela la restituzione di una somma di denaro, indebitamente prelevata dal conto corrente del genitore. Inoltre, in forza di un altro decreto, il medesimo figlio viene chiamato a concorrere, in quanto convivente con il genitore, alla compartecipazione alle spese per vitto e utenze domestiche.Di quali tempi di prescrizione l’amministratore di sostegno deve tenere conto, nel procedimento civile, per il recupero dei crediti, sia per la somma prelevata dal conto corrente che per il recupero delle somme già anticipate dal genitore (anche per il figlio) per vitto e utenze, importo che aumenta con il trascorrere del tempo?I crediti in questione, maturati a favore del genitore, sono trasmissibili pro quota nelle successioni a causa di morte agli altri eredi (vale a dire agli altri figli), nel caso in cui il genitore venga meno prima prima che l’Ads riesca a recuperare i crediti?

Partendo dal secondo quesito posto, in linea generale l’Ads ha il ruolo di assistere il beneficiario o sostituirsi a lui nel provvedere ai suoi interessi, in relazione ai poteri conferiti dal decreto di nomina, in quanto - per l’articolo 409 del Codice civile - il beneficiario conserva la capacità di agire per tutti quegli atti che non richiedono la sostituzione o l’assistenza dell’amministratore di sostegno. Il beneficiario può, dunque, essere titolare di diritti di credito, anche se la gestione può spettare all’Ads, con la necessità di autorizzazione per promuovere cause giudiziarie da parte del giudice tutelare (che però non può emettere ordini o condanne verso terzi). Nel caso di decesso del beneficiario, gli eredi subentrano (pro quota fno alla divisione) nella sua posizione: eventuali crediti rientrano nell’asse ereditario e gli eredi possono subentrare nelle cause in corso.Nel caso descritto, la situazione è complicata dal fatto che il debitore verrebbe a ricoprire anche il ruolo di erede. Si ritiene, quindi, che sarebbe rilevante la sussistenza, o meno, del titolo esecutivo al momento dell’apertura della successione: una sentenza di condanna contro uno degli eredi, in mancanza di riscossione, potrebbe portare a una regolamentazione in fase ereditaria, e quindi alla compensazione con la quota dell’erede-debitore. Nel caso ci fosse invece una causa in corso, i coeredi potrebbero portarla a termine chiedendo ciascuno il pagamento della propria quota.Quanto ai termini di prescrizione civili, l’appropriazione indebita si prescrive in cinque anni in relazione al primo comma dell’articolo 2947 del Codice civile, o in sei anni in relazione al secondo comma; per le altre restituzioni di cui riferisce il lettore, sarebbe necessario individuare l’azione prescelta. In ogni caso, si pone l’accento sul fatto che per interrompere la prescrizione è sufficiente una richiesta tramite lettera raccomandata.Per maggiori dettagli sarebbe necessario l’esame della documentazione e dei provvedimenti richiamati, nell'ambito di una consulenza.

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