Penale

Mae, alla Consulta i dubbi sulla consegna del cittadino straniero

di Patrizia Maciocchi

Dubbi di costituzionalità per la Cassazione sulla legge delega 117/2019 per il recepimento delle direttive europee, per la parte (articolo 18-bis) in cui non prevede il rifiuto facoltativo della consegna, nell'ambito del mandato d'arresto europeo, del cittadino extra Ue che dimori nel territorio italiano. Sempre che la Corte d'Appello disponga, come nel caso esaminato, dall'ordinanza 10371 del 19 marzo, che la pena o la misura di sicurezza si possano eseguire in Italia. La Corte di cassazione sulla possibilità di estendere anche al cittadino extracomunitario le possibilità previste dall'articolo 18-bis per i cittadini italiani ed europei cambia passo. I giudici di legittimità avevano, infatti, escluso che si potesse prospettare un questione di incostituzionalità, per il fatto di tagliare fuori i cittadini di uno Stato non membro dell'Unione europea dal raggio d'azione di una legge che prevede la possibilità di rifiutare la consegna quando esiste un radicamento sul territorio. Ora rinvia invece al giudice delle leggi ritenendo l'articolo in esame in contrasto sia con le norme comunitarie, e in particolare con la decisione quadro 2008/909/Gai, sul reciproco riconoscimento delle sentenze, da applicare nel rispetto dei principi di equità ed uguaglianza, sia con quelle sovranazionali, sul diritto alla vita privata e familiare. Nello specifico la persona per il quale c'era la richiesta di consegna, aveva un regolare permesso di soggiorno, era di nazionalità albanese ma aveva scelto l'Italia come luogo per espiare una pena per reati legati al traffico di stupefacenti. In Italia risiedeva da anni con la sua famiglia, sempre sul territorio lavorava, fino al momento dell'arresto, alle dipendenze di un'impresa. Per i giudici l'articolo 18-bis presenta profili di incostituzionalità nella parte in cui non prevede, in casi come questo, la possibilità di opporre il rifiuto facoltativo. Una discriminazione che si pone in contrasto con il principio di uguaglianza e che entra in rotta di collisione con la prospettiva di risocializzazione del condannato

Corte di cassazione – Sezione VI penale – Ordinanza 19 marzo 2020 n.10371

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