Professione e Mercato

Bonus avvocati di maggio, perse le tracce del decreto Economia Lavoro

di Francesco Machina Grifeo

Mentre i commercialisti si preparano a scioperare per il mancato rinvio delle scadenza fiscali, vi è un'altra categoria – quella degli avvocati – rimasta in mezzo al guado degli adempimenti senza poter neppure contare sulla tranche di maggio del c.d. "Reddito di ultima istanza". Sì perché i legali - come del resto gli altri professionisti iscritti alle Casse previdenziali privatizzate - attendono ormai da due mesi il nuovo Decreto Interministeriale Economia e Lavoro, a firma congiunta Catalfo Gualtieri (quello per il bonus di aprile era datato 29 maggio), che dovrebbe disporre, e regolare, l'erogazione del bonus da parte di Cassa forense.

Il bonus da 600 o 1.000 euro, neppure il quantum è chiaro, il cui finanziamento è stato previsto dall'art. 44 del Dl 17 marzo 2020, n. 18 e dell'art. 78 del Dl 19 maggio 2020, n. 34, è quanto mai necessario infatti per dare ossigeno alle casse esangui dei legali. Per comprendere quanto sia atteso basta guardare i numeri delle richieste: oltre metà degli avvocati ha presentato domanda per marzo ed aprile, certificando così un reddito sotto soglia e restituendo la fotografia di una categoria che, già in forte affanno prima del Covid, rischia ora perdere il 20% degli iscritti (secondo un recente studio del Comitato unitario delle professioni).

L'Istituto di previdenza intanto attende ancora i rimborsi della circa 145mila domande soddisfatte per il mese di aprile, per le quali ha anticipato 86,7 mln di euro. È arrivato invece il reintegro dei versamenti per il mese di marzo anticipati sempre da Cassa Forense per un totale di 83,77 mln, sufficienti a soddisfare una platea di circa 140 mila domande.

Per il mese di maggio dunque nulla è stato comunicato alla Cassa. È vero, fa sapere l'istituto di previdenza, che si è parlato di portare il bonus a mille euro, per avere certezze però c'è bisogno di leggere i decreti. Fino ad allora, in assenza della determinazione dei requisiti di accesso, non si potrà neppure stabilire se la platea sarà la medesima. Con l'innalzamento del bonus infatti potrebbe essere adottato un criterio diverso per l'erogazione che non prevede più automatismi ma la necessità di fare una domanda in cui si dia conto dell'effettiva riduzione del reddito che si è verificata nel corso del 2020.

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